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TUTELA MINORI E ADULTI VULNERABILI: TERZA RILEVAZIONE TERRITORIALE

“L’essenza di questo lavoro non è proteggere noi stessi, ma esprimere amore per l’uomo e per ogni persona”. Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, ha sintetizzato così il senso della Terza Rilevazione territoriale sulla rete per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, presentata il 28 maggio a Roma, nell’ambito dell’evento “Proteggere, prevenire, formare. La rete territoriale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili”. Secondo Mons. Baturi, occorre “proseguire con determinazione il cammino intrapreso, cercando di superare le resistenze culturali e operative ancora presenti”. “Siamo chiamati a fare la nostra parte, con piena consapevolezza e responsabilità”, ha aggiunto il Segretario Generale della CEI sollecitando la promozione di “snodi istituzionali a livello locale, così come di una più profonda consapevolezza culturale, in particolare all’interno delle università”.
La Terza Rilevazione promossa dal Servizio nazionale per la tutela dei minori e adulti vulnerabili della Conferenza Episcopale Italiana analizza le attività dei Servizi Regionali, diocesani/interdiocesani e dei Centri di ascolto per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili nel biennio 2023-2024, registrando un aumento delle segnalazioni, della fiducia, della formazione, del numero dei referenti e delle équipe, dei laici. Al contempo, evidenzia che le relazioni con il mondo esterno – enti civili, media, associazioni – restano fragili.
Basata sul metodo della participatory action research, la ricerca ha coinvolto 184 Diocesi su 194 (94,2%), 16 servizi regionali e 103 Centri di ascolto attivi. Si consolida la presenza laica nei servizi: il 46,7% dei referenti è laico, mentre i chierici rappresentano il 46,2%; le donne sono il 52% delle équipe e il 70,6% dei responsabili dei Centri di ascolto. Anche le professionalità sono diversificate: psicologi (24,3%), legali (18,1%), educatori, canonisti, pastoralisti e operatori della comunicazione danno forma a un approccio interdisciplinare. La formazione si conferma come elemento cardine: nel 2024 sono stati realizzati 781 incontri, con 22.755 partecipanti, tra cui operatori pastorali, sacerdoti, religiosi, educatori e membri di associazioni. Sommando il 2023, si arriva a 42.486 partecipanti in due anni, con un aumento del 295% rispetto al 2020.
Accanto ai progressi, la Rilevazione fotografa alcune resistenze strutturali. Solo il 18% delle Diocesi ha attivato collaborazioni con enti civili, appena il 10,3% partecipa a tavoli istituzionali. Anche a livello intraecclesiale si riscontrano delle difficoltà.
I dati relativi ai Centri di ascolto restituiscono un altro elemento chiave: le persone si stanno avvicinando, chiedono ascolto, accompagnamento, verità. Nel 2024 sono stati segnalati 69 casi di presunto abuso, in parte relativi al passato e in parte recenti. A essi sono associati 67 presunti autori: 44 chierici, 15 religiosi e 8 laici. La maggior parte delle segnalazioni riguarda l’ambito parrocchiale (27 casi). Le presunte vittime sono in prevalenza minori maschi, con una concentrazione significativa nella fascia 10-14 anni. L’età media dei presunti autori è salita da 43 a 50 anni rispetto al biennio precedente. Tra le richieste pervenute ai Centri, il 15,2% proviene da persone che si identificano come vittime; il 35,4% riguarda episodi di abuso in contesto ecclesiale. Sono stati attivati anche 12 percorsi di accompagnamento spirituale e 11 psicoterapeutici.
“Occorre non fermarsi, definire i prossimi passi orientando sempre più la bussola del cammino intorno a quattro poli: responsabilizzazione ecclesiale comunitaria per formare e vigilare a relazioni autenticamente evangeliche per tutti, a partire dal minore e dal vulnerabile; ascolto e cura verso chi è ferito e ricerca verità e giustizia; collaborazione con la società civile perché la tutela ‘sia linguaggio universale’; comunicare come si sta generando una rinnovata salvaguardia e imparare a gestire la crisi con trasparenza”, ha affermato Chiara Griffini, Presidente del Servizio Nazionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. “Il Cammino sinodale delle Chiese in Italia – ha concluso – sta dando una ulteriore e convinta spinta, affinché la tutela dei minori e adulti vulnerabili sia sempre più parte integrante della loro missione per tutelare la comunità nel suo essere luogo educativo e socialmente generativo”.

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